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Il metrobus e la mobilità all’anno zero

 

Il 19 marzo 2019, presso il circolo Arcs di Strozzacapponi, il sindaco Andrea Romizi, affiancato dall’allora assessora alla Mobilità Cristiana Casaioli, presentò il progetto del Bus Rapid Transit (Brt), conosciuto anche come Metrobus, un sistema di trasporto rapido con bus a corsie dedicate per collegare meglio la zona sud di Perugia. Il 15 marzo 2024, presso il teatro Brecht di San Sisto, il sindaco Andrea Romizi, affiancato dall’attuale assessora all’Urbanistica nonché candidata sindaca del centrodestra Margherita Scoccia, presenterà il progetto del Bus Rapid Transit (Brt), conosciuto anche come Metrobus.

Al di là degli annunci reiterati, cosa è successo in questi cinque anni? Che il costo dell’opera, inizialmente stimato in 65 milioni che erano lievitati già nel 2021 a 90, oggi è arrivato a 111; e che allora si diceva di sperare di poter realizzare in tempi brevi l’opera. Addirittura si parlava di settembre 2020 per l’inizio dei lavori. Invece, all’inizio dei lavori arriveremo, forse, dopo cinque anni anni. Nel frattempo il progetto ha palesato tutte le sue “timidezze”: un percorso infarcito di corsie riservate dove non c’è n’è bisogno perché il traffico lì è già fluido, mentre nel punto nevralgico, dalla parte alta di via Settevalli a Fontivegge, niente altro che un paio di semafori a priorità. Non si ha il coraggio di ridurre corsie e parcheggi, realizzare anelli di sensi unici per creare spazio al nuovo mezzo, anzi si allargano alcune strade già sacrificatissime riducendone nei pressi verde e larghezza di marciapiedi.

Eppure è la stessa Giunta comunale a mettere nero su bianco che con questa infrastruttura si puntano a spostare 18 mila viaggiatori dall’auto al nuovo mezzo pubblico: perché allora non si riducono coerentemente gli spazi dedicati al traffico di auto? E, ancora, perché uno dovrebbe prendere il Brt se con l’auto privata può percorrere lo stesso tratto più o meno con gli stessi tempi, con una disponibilità enorme di parcheggi e una pressoché totale tolleranza per chi parcheggia in divieto di sosta?

Nel corso dell’incontro di cinque anni fa il sindaco Romizi disse che il tema della mobilità sarebbe stato il perno del suo secondo mandato. I risultati? Pessimi. Basterebbe dire che è stato nominato come assessore competente (?) Luca Merli, uno che di fronte allo scempio delle strade davanti alle scuole invase di auto, non ha avuto altro di meglio da dire che è sempre stato così, uno che non è minimamente a conoscenza dei disservizi e delle assurdità del gestore del servizio di trasporto pubblico locale.

Cosa è cambiato in questi cinque anni in termini di mobilità? Quasi nulla, e quel poco che è cambiato non è sempre stato verso il meglio. Il traffico è se possibile ancor più peggiorato come ci raccontano ineluttabilmente tutte le statistiche. Il servizio di trasporto pubblico è una pena come cinque anni fa. Gli unici sussulti, la sperimentazione della mobilità notturna (durata troppo poco) e l’abbonamento per gli universitari a 60 euro, sono stati risultati ottenuti grazie alla pervicacia delle associazioni studentesche e ai soldi della regione. Del Pums (Piano urbano per la mobilità sostenibile) approvato nel 2019, un documento che sarebbe peraltro già superato, si sono perse quasi le tracce. Delle “zone 30” previste si è vista solo una parziale realizzazione (totalmente insufficiente) al Bellocchio, dove i lavori sono misteriosamente fermi da anni. Gli ingressi delle scuole di orgni ordine e grado sono un accumulo di lamiere sia al momento dell’entrata che dell’uscita. Porta Pesa, via XIV Settembre, viale Roma e tante altre diventano una giungla ingovernabile dove i coraggiosi che decidono di viaggiare in autobus sono costretti a minuti e minuti di coda a causa delle auto in doppia fila. Non si è nemmeno provato a sperimentare qualche soluzione. La ztl è stata ristretta con l’immondo anello di piazza Italia ed è incredibile come le statistiche sulla situazione del commercio nel centro storico non abbia spinto a fare riflessioni diverse. Continua la sudditanza nei confronti di Sipa, l’azienda privata che gestisce i parcheggi pubblici, con l’ultima decisione in ordine di tempo di istituire la tariffa giornaliera a 1,80 euro a Fontivegge e in via Palermo, nient’altro che un venire incontro ai dipendenti di Regione e Provincia, che almeno nel primo caso potrebbero essere incentivati all’uso del minimetro: ma vedere l’immenso piazzale Umbria Jazz sempre deserto, non stimola nessuna riflessione? Sulla ciclabilità si è fatto ultimamente qualcosa di promettente a Ponte San Giovanni e (forse) si farà a San sisto e a Casenuove. Tutto grazie all’otteninento di contributi statali e Ue, per i quali va comunque riconosciuta una buona capacità di saper cogliere le opportunità, ma è certo che del bilancio comunale non si è speso un euro. Non esattamente quello che si direbbe fare della mobilità il perno di un mandato.

Nella foto tratta dal gruppo facebook “Perugia sosta selvaggia”, auto parcheggiate in piazza Danti

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