Un incidente davanti all'istituto Giordano Bruno di Perugia
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E l’assessore alla Mobilità decise di abdicare

 

In un articolo a tutta pagina sul Corriere dell’Umbria del 20 settembre si dà conto del traffico da «incubo», a Perugia – ma vale un po’ per tutte le città dell’Umbria – negli orari di entrata e di uscita dalle scuole a una settimana di distanza dalla riapertura degli istituti. L’articolo ha il pregio di puntare i riflettori su una piaga, e lo fa addirittura per difetto, non dando conto ad esempio della situazione di pesantissimo disagio delle periferie (Madonna Alta, Centova, San Sisto). L’autrice dedica alcune righe all’assessore perugino alla Mobilità, Luca Merli, riportando una dichiarazione che vale la pena trascrivere qui per intero poiché condensa in poche parole e in maniera cristallina impotenza, resa e rinuncia al proprio ruolo: «Criticità ce ne sono, ma né più né meno che in passato. Probabilmente il ritorno in presenza dopo due anni trascorsi fra lockdown e Dad ha fatto dimenticare quanto già succedeva, soprattutto nei primi giorni di scuola. Poi tutto si normalizza. Posso solo dire che l’aumento del traffico è ben gestito dalle turnazioni dei gestori del traffico».

L’articolo sul traffico da incubo che contiene la dichiarazione dell’assessore Merli pubblicato dal Corriere dell’Umbria nell’edizione del 20 settembre

Si tratta di quattro frasi, ognuna delle quali contiene un piccolo abisso retorico; messe in fila l’una dietro l’altra dipingono un quadro che è di una desolazione che supera la somma delle quattro proposizioni. Vediamole.

1) «Criticità ce ne sono, ma né più né meno che in passato». L’assessore va al cuore della sua inutilità. Non si negano i problemi, li si dà per scontati, e ci si trincera dietro al fatto che c’erano anche prima. Primo sottinteso retorico: di cosa vi lamentate? Secondo sottinteso retorico: se c’erano anche prima, i problemi, pretendete forse che li risolviamo adesso?

2) «Probabilmente il ritorno in presenza dopo due anni trascorsi fra lockdown e Dad ha fatto dimenticare quanto succedeva». Qui c’è quasi un invito a rimpiangere la reclusione forzata in casa, almeno ci si risparmiava l’«incubo» del traffico mattutino.

3) «Poi tutto si normalizza». L’invito è a portare pazienza. Si confida probabilmente nel fortissimo spirito di adattamento che caratterizza la specie umana, che sa abituarsi anche a condizioni proibitive fino ad arrivare a considerarle, col passare del tempo, normali.

4) «Posso solo dire che l’aumento del traffico è ben gestito dalle turnazioni dei gestori del traffico». Anche in questo caso, c’è l’ammissione del problema per sostenere poi che viene «gestito», si badi, non risolto.

E veniamo al quadro generale dipinto da queste quattro frasi. Merli pare incarnare un ossimoro: ha la delega alla mobilità, ma è quanto di più immobile si possa dare in natura. Ricopre la carica di amministratore pubblico, ma i problemi che dovrebbe risolvere non lo sfiorano, perché «c’erano anche prima». L’assessore è il simbolo stesso di come la mobilità sostenibile e la migliore qualità della vita che ne deriverebbe siano le ultime preoccupazioni della Giunta municipale. C’è, in quelle parole, la quintessenza del disinteresse, della lontananza, forse addirittura dell’incapacità ad affrontare la questione. È da lì che deriva una politica della mobilità inesistente, avallata in questa regione anche a livelli più alti di quelli municipali (ne abbiamo parlato qui). Ed è da lì che derivano i continui incidenti, la sosta selvaggia e la saturazione di intere aree cittadine e regionali, che non sono delle ineluttabilità – come le vorrebbe descrivere l’assessore – ma il frutto diretto o indiretto di scelte politiche. La mobilità avrebbe bisogno di investimenti, studio di buone pratiche (ce ne sono), professionisti seri, idee e voglia di applicarle. Limitarsi alla constatazione dei problemi e invitare a non lamentarsene troppo è l’abdicazione della politica, che è stata inventata per migliorarle le condizioni dell’umanità, non per lasciarle come sono.

Nella foto, gli esiti di un incidente in via della Madonna Alta, a Perugia, davanti all’ingresso dell’istituto “Giordano Bruno”, il giorno dopo la riapertura delle scuole

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