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Le vignette e i malintesi (a volte viziati)

 

Spiegare una vignetta non è mai un’attività piacevole per almeno due possibili motivi. Il primo è che la vignetta non è stata capita. Il secondo è che non ha offeso nessuno ma il suo significato è stato strumentalmente travisato affinché l’oggetto della critica – o chi per lui – si trasformasse in vittima e ne traesse così qualche giovamento. Si comprenderà dunque come la stesura di questo articolo comporta una fatica che viene affrontata solo per tentare di mantenere livelli di confronto civile e di indispensabile chiarezza con la persona oggetto della critica, essendo sicuri di trovarci, con lei sicuramente ma anche con molti di quelli che con lei stanno solidarizzando in queste ore, nell’ambito del primo dei motivi appena elencati. A proposito di motivi che rendono spiacevole spiegare una vignetta, ce ne sono almeno un altro paio, ma li passeremo in rassegna più avanti.

I fatti, ora: il consigliere regionale civico Andrea Fora esprime apprezzamento per l’operato della Giunta Tesei, e segnatamente dell’assessore alle Infrastrutture Enrico Melasecche, sul Nodo di Perugia, dallo stesso Fora giudicato «opera strategica». Qualche giorno dopo Cronache Umbre pubblica la vignetta che si può vedere qui sopra in cui viene raffigurato Fora, che in Consiglio regionale siede sui banchi dell’opposizione, con un cappio al collo contornato da Tesei e Melasecche. Si tratta con tutta evidenza di una critica squisitamente politica alla posizione di Fora, di cui si condanna l’auto-immolarsi sulle ragioni della maggioranza per un’opera che noi non condividiamo. Non c’è – è bene ribadirlo, seppure con qualche avvilimento – nessun incitamento all’odio nei confronti di Fora – del quale peraltro stiamo seguendo e apprezzando la battaglia contro gli appalti pubblici al massimo ribasso nell’ambito dei servizi sociali – né l’augurio di una sua impiccagione, come lo stesso Fora denuncia via social su un’onda emotiva che gli restringe di molto la visuale, ci pare di capire.

Sperando di avere chiuso qui l’incidente, ci preme però soffermarci brevemente su altri due possibili motivi che rendono penosa la spiegazione delle vignette. Un terzo motivo è infatti che la vignetta sia brutta, intendendosi qui con l’aggettivo brutta un’opera gratuitamente offensiva nei confronti di una persona, e non di ciò che essa fa o ha fatto. Non è però questo il nostro caso: l’oggetto principale della critica della vignetta che stiamo esaminando è il Nodo di Perugia, e in subordine l’atteggiamento tenuto nei confronti di quell’opera da un consigliere di opposizione. A questo proposito è bene chiarirsi ulteriormente: il Nodo di Perugia è per noi l’equivalente di una bestemmia per un credente. Non ha fondate ragioni di essere realizzato perché non risolverebbe le criticità per cui si tenta di giustificare la sua necessità, e ha alternative infinitamente meno costose, elementi che lo rendono insostenibile dal punto di vista economico e ambientale. Sarebbe lungo da ri-spiegare qui, ma su questa rivista trovate argomentati articoli in proposito. Questa è la ragione principale che rende non solo legittima ma efficace quella vignetta: non offende, non incita all’odio come superficialmente viene fatto intendere, bensì esprime una critica radicale verso un’opera inutile, chi la propaganda e chi la difende.

C’è infine un quarto motivo di scoramento quando si avverte la necessità di spiegare la satira: troppo spesso le vignette vengono applaudite se colpiscono avversari o posizioni che non piacciono; viceversa le si biasima tacciandole dei difetti più immondi se criticano posizioni e/o personaggi che si condividono. Scorrere alcuni dei commenti di chi solidarizza con Fora può essere istruttivo, a questo proposito. In alcuni di questi casi la vicinanza tra malinteso e disonestà intellettuale – ancorché involontaria, che si manifesta cioè come riflesso condizionato – è misurabile con un foglio di carta velina. Vale la pena rifletterci.

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