C’è qualcosa di incomprensibile intorno al Nodino di Perugia. Il costo è stimato in 210 milioni, e l’opera vedrebbe la luce non prima degli anni Trenta inoltrati. Si tratta di una bretella della E45 che collegherebbe Collestrada a Madonna del Piano, nei pressi di Montebello (il tratto in rosso nella figura sotto), e che non servirebbe né a chi sale verso Perugia né a chi scende dal capoluogo, come si può agevolmente desumere dalla simulazione del tracciato, lasciando quindi completamente inalterato il traffico sul Raccordo Perugia-Bettolle (quello cerchiato in nero). Primo paradosso: quello appena esposto è un concetto semplice, eppure non è raro incappare in persone che ritengono che il Nodino risolverebbe i problemi del Raccordo intorno a Perugia.
Rimane comunque aperta la questione del traffico nel tratto di E45 che va da Collestrada a Perugia. Per risolverlo c’è un progetto del costo di 70 milioni che prevede il raddoppio delle rampe di immissione dalla SS75 alla E45 (da Foligno per Perugia, per capirci) e viceversa in corrispondenza di Collestrada, e un allargamento della sede stradale in quel tratto da due a tre corsie. E che, oltre ai costi, avrebbe anche tempi di realizzazione molto inferiori rispetto al Nodino.
Quest’ultimo progetto, meno costoso e più tempestivo, viene scartato a prescindere dai fautori del Nodino. Cioè, non si dice neanche: intanto realizziamo questo e poi vediamo. Lo si rifiuta tout court, nonostante in una relazione dell’Unità operativa Mobilità e infrastrutture del Comune di Perugia si rilevi che «il progetto va a sanare quelle insufficienze infrastrutturali che creano gli accodamenti ad oggi presenti sulla SS75 in ingresso a Perugia la mattina e quelli sulla E45, prima dello svincolo per la SS75, in uscita da Perugia nel pomeriggio, al rientro dei pendolari» (si veda pagina 41 della documentazione allegata alla delibera del Comune di Perugia per la variante del Prg per l’ampliamento dell’Ipercoop). E pure questo rifiuto senza appello è un discreto paradosso. Il secondo di questa strana storia. Ma c’è di più.
L’unico studio sui flussi di traffico che si avrebbero dopo la realizzazione del Nodino è stato realizzato non da una agenzia indipendente, bensì dall’Anas, cioè dall’ente che vorrebbe realizzare il Nodino. In questo dossier si mette nero su bianco che una volta che fosse portata a termine quell’opera, nel tratto Collestrada-Perugia ci sarebbe una riduzione del solo 23 per cento del traffico medio giornaliero attuale, cioè di un veicolo ogni quattro (si veda a pagina 19 dello studio dell’Anas). La riduzione peraltro sarebbe spalmata sulle 24 ore, mentre le strozzature in quel tratto si producono in corrispondenza della apertura e della chiusura delle attività commerciali e degli uffici.
E qui arriviamo al terzo paradosso. Perché nonostante lo studio dell’ente che vuole realizzare l’opera contenga quella stima, che più di qualcuno giudica già generosa, l’assessore regionale alle Infrastrutture la moltiplica. E dichiara a mezzo stampa che lo studio stimerebbe un calo del 50 per cento dei mezzi pesanti e del 25 per cento dei veicoli leggeri.
Tanti paradossi accendono delle domande. Perché un assessore divulga dati così inesatti? Perché si continua a tirare in ballo il traffico sul Raccordo da e per Perugia, che non c’entra nulla con il tracciato del Nodino? Perché si rifiuta il progetto alternativo dell’Anas, giudicato risolutivo da parte del Comune di Perugia? Domande che giriamo all’assessore perché risponda, e all’opinione pubblica affinché ci si rifletta sopra.
La giunta fioroni ha due obiettivi : azzerare la sanita’ pubblica e cementificare il piu’ possibile. Il disastro nodino si adatta perfettamente al suddetto obiettivo. Ma il tutto e’ aggravato dalla assoluta inconsistenza tecnico/politica dei vari assessori. Che il disastro nodino sia, appunto, un disastro ,e’ ampiamente documentato. I danni ambientali, economici e sociali sarebbero enormi. Prima la giunta fioroni sparira’ e prima si potra’ cominciare a ricostruire sulle rovine morali ed economiche che ha prodotto.
Una galleria sotto Collestrada , un passaggio in trincea , se non erro di 200 o 300 m più un viadotto sul Tevere . La congrega confindustrial massonica con la bava alla bocca e nelle orecchie il rumore dei piccioli da spartire ordina e Fioroni esegue ? E non accontenteranno perché questo tracciato è propedeutico al proseguimento da madonna del piano a Corciano . Tutto questo comporterà lo stravolgimento di territori vocati da sempre all ‘ agricoltura e dal medioevo conosciuti come il granaio di Perugia ! Sono sicuro che tutte le associazioni che lottano contro questo insano progetto hanno la forza per bloccarlo
Ora lassessore Melasecche vista la malaparata sulla utilità del nodino, prova di nuovo ad ingannare l’opinione pubblica e soprattutto i partiti dicendo che il Nodino è il primo passo per il Nodo. Attenzione promette il Nodo per avere via libera sul Nodino.
Per capire l’ostinazione di oggi per il nodo-nodino, forse sarebbe utile scoprire chi a suo tempo (1995-96) propose tale progetto all’allora assessore regionale Girolamini che lo sostenne con le unghie e con i denti proprio come l’assessore Melasecche oggi, malgrado studi approfonditi della stessa Università e il buon senso dimostrassero che non risolvevano i problemi e gli stessi Uffici interni proponessero soluzioni di breve-medio periodo più efficaci e meno dispendiosi. Qualcuno sa rispondere?
Stamani Draghi ha affermato che il progetto del fotovoltaico, è bloccato non per mancanza di tecnologia bensì per il cancro della Burocrazia. Tutto vero! Il nodo o nodino, è un progetto in discussione sin dal 1997 di cui la Proponte, a seguito con assemblee e proposte più volte riportate sul nostro giornale. Tra le varie soluzioni avanzate, ora ripescate dopo ventanni di inutili dibattiti, perché il problema traffico e ‘ ora diventato emergenza, nella assemblea del 1997 , presenti molti politici tra cui Moriconi e Cristofani, venne fatta una proposta alternativa al nodino: il “Progetto intermodale” il cui compito era quello di aggredire riducendolo, il traffico dei pendolari da e per Perugia. Io ho sposato e sostenuto allora e sempre questa soluzione anche perché avrebbe sanato l’ingorgo su Perugia e Ponte San Giovanni già allora agli estremi con grande beneficio anche della qualità dell’aria (Co2 ). Il progetto intermodale giace nei cassetti del Comune, nessuno lo ha riconsiderato
Salvo noi sul giornale ogni tanto abbiamo provato a richiamare l’attenzione dei cittadini e dei politici.
Esso prevedeva la realizzazione di un parcheggio di 4000 posti (gratis) sull’area degli Ornari che potesse ospitare le auto pendolari provenienti dal versante di Citta di Castello, Gualdo, Gubbio e da Assisi e Bastia. Il parcheggio avrebbe poi dovuto essere collegato con una estensione del FCU , o meglio con il metrò di superficie con frequenza di 5/6 minuti per Perugia durante la rush tour. Per i pendolari del versante Nord, (lago) è già operativo. Questo progetto potrebbe anche essere integrato attuando un collegamento con l’aeroporto di S. Egidio che sarebbe una soluzione notevole per il turismo
e per l’immagine dell,Umbria.
Queste non sono proposte avveniristiche ma fatte 22 anni fa e che a causa della miopia della politica e
della visione prospettica della mobilità del territorio, stiamo di nuovo discutendo come uscirne dopo 22
Ciò detto, non sono d’accordo sul nodo e nodino perché non risolverebbe il problema del Ponte e di Perugia e il loro impatto sul territorio sarebbe devastante perché romperebbe ogni armonia con la natura della nostra verde Umbria.