Il monastero di Camaldoli
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L’impegno dei cattolici in politica

 

Nel luglio 1943 con il “Codice di Camaldoli” alcuni giovani cattolici, tra cui Aldo Moro e Giorgio la Pira, misero nero su bianco una Carta di principi che avrebbe costituito l’ossatura dell’Italia dopo il fascismo e la base per contribuire alla nuova Costituzione. Per celebrare questo avvenimento c’è stato un convegno con la presenza del presidente Mattarella e del cardinale Matteo Zuppi, presidente della Conferenza episcopale italiana. Ritrovare un rinnovato impegno dei cattolici in politica è quanto mai auspicabile e urgente. Il vescovo della diocesi di Spoleto-Norcia, monsignor Renato Boccardo, ha inviato ai parroci e alle comunità parrocchiali una “Carta d’intenti”, appunti per l’anno pastorale 2022-2023, mi sono permesso di fare alcune considerazioni su questa Carta.

Un lettore avveduto capisce molto bene il significato profondo delle considerazioni sull’essenzialità del messaggio evangelico, «l’Amore a Dio e al prossimo», citando le parole di Carlo Maria Martini. Ma, purtroppo, noi viviamo in tempi complessi e difficilissimi e la Chiesa, con papa Francesco stesso, ha condannato nazionalismi e sovranismi. In una recente omelia anche monsignor Boccardo ha avuto modo di dire che ognuno, anche con il proprio voto, può contribuire a far prevalere un’idea di pace e di comprensione tra i popoli anziché le ideologie basate sull’odio e la violenza, o sul sovranismo e il nazionalismo. La stampa cattolica, Famiglia Cristiana e Avvenire in testa, hanno richiamato spesso a questi valori, anche se purtroppo i nazionalismi stanno prevalendo. In questa “Carta d’intenti”, tra le priorità penso ci stia bene un impegno più incisivo e determinante dei cattolici in politica.

Un richiamo forte e autorevole ci viene anche dalla Gaudium et Spes n° 75: «Tutti i cristiani devono prendere coscienza della propria speciale vocazione nella comunità politica». Un rinnovato impegno dei cattolici in politica ci avrebbe evitato il periodo nefasto che stiamo vivendo. Un cristiano non potrebbe mai appoggiare un governo con a capo gli eredi del fascismo. Penso che un cattolico in politica non potrà mai stare con le destre. Non perché lo dico io, ma perché lo dice il Vangelo di Gesù Cristo. In quasi tutte le pagine si parla di accoglienza allo straniero, di giustizia per i poveri, per gli ultimi. Rileggiamo le prime comunità cattoliche che vivevano secondo i bisogni: «Tutti quelli che credevano stavano insieme e avevano ogni cosa in comune; vendevano le proprietà e i beni e li distribuivano a tutti secondo il bisogno di ciascuno» (Atti degli apostoli 2.44). Quindi sì, un impegno vero dei cattolici in politica è urgentissimo, ma per ostacolare i sovranisti e i nazionalismi, come dice Papa Francesco.

Nella foto, il monastero di Camaldoli dove si tennero i lavori per la definizione del Codice. Foto di Enzo Pallotti da wikimedia commons

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