Cartello di Emergency
Commenti

Più cure e meno armi

 

È di alcuni giorni fa la notizia di un anziano di più di ottanta anni che ha riacquistato la vista grazie all’utilizzo delle cellule staminali. Questa notizia l’ho subito ricollegata alla intervista fatta al professor Ignazio Marino nel lontano 2012, undici anni fa. Marino aveva pubblicato insieme al cardinale Carlo Maria Martini il libro “Credere e conoscere”. È sconcertante apprendere che già undici anni fa si sapeva che l’uso di queste cellule (allora si parlava di cellule embrionali) sarebbe stato utile in casi di maculopatia. Lo disse Marino in quella intervista in risposta alle tante obiezioni che venivano portate avanti dalla Chiesa in quel periodo. Ci chiedevamo già allora: gli embrioni abbandonati nelle cliniche dell’infertilità che non potranno e non verranno mai utilizzati per dare origine a un bimbo o una bimba, è più giusto che vengano lasciati perire nel freddo o che vengano utilizzate le loro cellule per curare malattie per le quali oggi una cura non esiste? E il cardinale Martini già a quell’epoca mostrava una certa apertura alla problematicità del tema esposto da Marino. La cosa più interessante che da quell’incontro emerse, e che ci riposta all’attualità dei nostri giorni è lo smantellamento strisciante della sanità pubblica che sta avvenendo a livello generale nel nostro paese e di cui si toccano con mano gli effetti nella città di Terni, basti pensare ai fantasiosi progetti che vengono alla luce, come quello del combinato disposto stadio-clinica. Nei giorni scorsi è uscito un rapporto a questo proposito, il quotidiano “Sanità” riporta dati allarmanti: 125 ospedali pubblici in meno rispetto a dieci anni fa; 700 centri per l’assistenza specialistica ambulatoriale in meno rispetto a dieci anni fa; sono aumentate invece le Rsa (Residenze sanitarie assistenziali), peccato però solo il 16 per cento del totale sono pubbliche; sono diminuiti i consultori, i medici di famiglia, i pediatri, le guardie mediche e i posti letto sono oggi 20 mila in meno rispetto a dieci anni fa. Sabato scorso Milano ha ospitato una manifestazione alla quale hanno preso parte diverse ssociazioni in difesa della sanità pubblica. Tra le richieste dei manifestanti anche l’abolizione del blocco delle assunzioni; la promozione delle Case di comunità; l’abolizione del principio di equivalenza tra pubblico e privato oggi vigente in Lombardia; la riduzione delle liste di attesa negli ospedali e negli ambulatori e la riduzione del costo delle rette nelle Rsa. Anche di questi argomenti parlammo con Marino 11 anni fa, all’epoca si doveva stabilire se il governo italiano dovesse acquistare o no dei cacciabombardieri e questa fu la considerazione di Marino: «La sanità è un’area strategica così importante che gli investimenti non possono essere considerati dei costi ma dei veri e propri investimenti sulla salute delle persone. Allora converrebbe cominciare a pensare in un altro modo, cambiare il modo in cui ragioniamo. Se ci sono tante altre aree strategiche come la difesa, per esempio, forse occorrerebbe pensare: perché non ridurre le spese militari, perché non dire: basta, noi di caccia bombardieri, in questo periodo di crisi e secondo me anche in periodo non di crisi, non ne compriamo perché preferiamo investire miliardi di euro piuttosto che in strumenti di guerra e di morte in strumenti che servano per dare a tutte le persone lo stesso accesso alle cure e la stessa possibilità in ogni città?».

Si tratta di argomenti quanto mai attuale visto che il governo Meloni punta invece proprio ad aumentare i fondi per il riarmo. Anche papa Francesco ha definito una vergogna questa proposta, ma si va avanti nessuno li ferma.

E Flavio Lotti, responsabile della Tavola della Pace recentemente ha scritto recentemente: «Come San Giovanni XIII 60 anni fa davanti all’incubo dello scoppio della guerra atomica, oggi papa Francesco non perde occasione per incoraggiare tutti i responsabili della politica, nazionale e internazionale, a fare tutto quello che è in loro potere per fermare la guerra e la sua escalation. Ma la sua proposta di conversione è più ampia e radicale e ci responsabilizza tutti. Insieme all’opposizione alla guerra e alle armi, alla loro costruzione e alla loro vendita, questo è il tempo in cui dobbiamo far crescere la nostra capacità di cura degli altri e del pianeta. “Con il gesto semplice ed essenziale del vostro camminare – ci scrisse un giorno – voi avete affermato che la cultura della cura è una strada, anzi, è la strada maestra che conduce alla pace”».

Foto tratta dal profilo twitter di Emergency

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *