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Basta odio, ma vale per tutti

 

Giorgia Meloni e la figlia Ginevra sono state minacciate di morte da un ventisettenne, è un fatto gravissimo e solo pensare che una bambina innocente debba subire di queste aggressioni fa inorridire. La destra ne ha approfittato per mettere nel mirino Giuseppe Conte, accusandolo di essere responsabile morale del clima d’odio contro la premier. La solidarietà nei confronti di Giorgia Meloni è stata unanime, giustamente. Purtroppo, non è la prima volta che la premier viene presa di mira. A settembre fu minacciata di morte dalle Nuove Brigate Rosse, poi c’è stato il caso degli studenti bolognesi che misero il suo fantoccio a testa in giù, in stile Mussolini. E, infine, ci sono state le femministe che, durante un corteo a Roma, hanno minacciato di mangiarsi il suo cuore. Tutto questo accadeva prima della legge di bilancio dove si prefigura la riduzione del reddito di cittadinanza.

A proposito di seminatori d’odio però, certamente la Meloni non aiuta. Pensiamo un attimo a quello che disse a Milano, durante la festa di Fratelli d’Italia: prima se la prese con i mussulmani invitandoli ad andare nei paesi islamici, poi concluse, urlando,: «Qui noi difenderemo quei simboli, difenderemo la nostra identità. Dio patria e famiglia». Dopo quel discorso il professor Luigi Cancrini ebbe a commentare: «Quando Freud sentì i festeggiamenti per l’annessione dell’Austria alla Germania e pensando a quelle folle che applaudivano Hitler e le sue posizioni, disse che nella psicologia delle grandi masse la persona più brava è quella che riesce a creare un entusiasmo identitario con le sue parole e ottenere un abbassamento della consapevolezza critica di chi ha davanti ed una disinibizione dei suoi freni morali. Io trovo che discorsi, come questo, fatti dalla Meloni sono una vergogna, provo disagio. Si può seminare odio di fronte ad una folla che ti applaude?». Poi l’idea di obbligare i giovani allo sport, di «combattere» le devianze giovanili, di umiliare gli studenti, di cancellare il reddito di cittadinanza, di strizzare un occhio agli evasori fiscali, di ritardare la pensione a chi non ha figli, di relegare le donne dietro i fornelli con la retorica del “sono donna, mamma, italiana e cristiana” certamente non aiuta a creare un clima di dialogo ed evitare un clima di avversione nei suoi confronti. Per uscire da questa spirale, che indubbiamente è molto pericolosa, sarebbe utile che tutti abbassassero i toni, cominciando da chi è capa del governo.

In copertina, foto di Tim Pierce

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