Un viale alberato
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I viali alberati, architettura nell’incuria

 

I viali alberati non sono solo semplice abbellimento di una strada e di una città ma organismi utili non solo agli occhi ma anche al corpo e all’anima delle persone che tentano di coniugare decoro, bellezza, utilità, salute e socialità invitando ad uscire di casa a camminare, a incontrarsi. Sono una particolare forma pubblica e ragionata di “architettura vivente” oggi sofferente, minata com’è dalla pressione esercitata su di essa da sosta selvaggia, cattiva manutenzione, incuria di chi si dovrebbe prendere cura di lei e tramite lei di cittadine e cittadini.

Anche a Perugia è in grave pericolo la stabilità e l’equilibrio dei bei viali che ha. Sintomatico di quanto sta avvenendo è viale Brunamonti, tra Monteluce e Porta Pesa, già nato monco e alberato solo da una parte, ha subito l’incuria da così tanto tempo che guardandolo si può capire come quest’indifferenza sia stata esercitata e si sia evoluta nello scorrere degli anni.

Per cui vediamo alberi sofferenti strangolati lentamente dal cordolo di ferro che li circonda, mentre al posto di quelli già morti c’è una parte di pavimentazione che nemmeno si capisce più se alberi vi siano mai stati. A questo tipo d’intervento sono seguite fasi più sbrigative: quella di mattonare i buchi lasciati, di coprirli con il cemento, di approfittare dello spazio libero mettendoci sopra la campana per il vetro, lasciare un mozzicone di tronco che almeno ti ci puoi sedere sopra e ora, novità di questi giorni, toppe di catrame.

E così è in tutti i viali cittadini e ciò rende le strade di Perugia sempre più sciatte, banali, prive di verde, di ombra e assolate in un tempo di riscaldamento globale che rende la presenza degli alberi così necessaria alla nostra quotidianità e dovrebbe vedere i viali alberati nascere e non morire nell’indifferenza.

Foto dal profilo Flickr di Simone Saviolo

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