una lettera scritta a mano
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Lettera ai cattolici

 

Ho letto l’articolo di Fabrizio Marcucci Previsioni elettorali (senza sfera di cristallo) pubblicato recentemente su Cronache Umbre. Per un democratico e cattolico c’è da tremare: la destra rischia di prendere i due terzi del seggi in Parlamento, ciò può voler dire cambiare la nostra Costituzione senza referendum confermativo: un vero pericolo per la democrazia.

Molto umilmente mi permetto di riflettere sullo slogan di Giorgia Meloni (con le sue radici nel fascismo, un cordone ombelicale mai rescisso, basti pensare alle strizzate d’occhio a tutti i gruppi di estrema destra mai condannati) al comizio conclusivo alla festa di Fratelli d’Italia Milano, dove dopo aver invitato i musulmani ad andarsene, conclude strillando come un’invasata: «Qui noi difenderemo quei simboli, difenderemo la nostra identità. Dio patria e famiglia».

Un cattolico che crede nei valori del Vangelo di Cristo cosa può avere in comune con tale ideologia?, siamo all’antitesi. Cosa c’entra Dio con tutto questo. È l’essenza della Bibbia e dei Vangeli l’amore verso lo straniero in un concetto di amore universale che Cristo ha testimoniato venendo sulla terra.

La mattina del primo gennaio 2020, solennità di Maria Madre di Dio, monsignor Renato Boccardo, arcivescovo di Spoleto-Norcia, ha presieduto il solenne pontificale nel Duomo di Spoleto dicendo: «A questo livello possiamo affermare allora che la pace dipende anche da me, in quanto io posso contribuire a stabilire la pace in quella prima fondamentale cerchia che è la famiglia; in quanto posso, con la mia azione e l’impegno sociale, rafforzare il fondamento stesso della pace che è la giustizia; in quanto nella società in cui vivo posso contribuire – non fosse altro che con il mio voto – a far prevalere una ideologia di pace e di comprensione tra i popoli, anziché le ideologie basate sull’odio, sulla violenza, o sul sovranismo e nazionalismo esasperato. Ogni uomo può essere, nel suo piccolo, un “figlio della pace” e portare il suo contributo alla pace universale, perché non c’è pace universale se non vi sono uomini di pace. Miliardi di uomini senza pace non possono formare un’umanità in pace, come miliardi di gocce di acqua torbida non possono formare un mare pulito».

Papa Francesco in Fratelli tutti del 3 ottobre 2020 ha scritto: «Per queste ragioni, benché la Chiesa rispetti l’autonomia della politica, non relega la propria missione all’ambito del privato. Al contrario, non può e non deve neanche restare ai margini nella costruzione di un mondo migliore, né trascurare di risvegliare le forze spirituali che possano fecondare tutta la vita sociale. La Chiesa ha un ruolo pubblico che non si esaurisce nelle sue attività di assistenza o di educazione ma che si adopera per la promozione dell’uomo e della fraternità universale. Non aspira a competere per poteri terreni, bensì ad offrirsi come una famiglia tra le famiglie – questo è la Chiesa –, aperta a testimoniare […] al mondo odierno la fede, la speranza e l’amore verso il Signore e verso coloro che Egli ama con predilezione… ( disperati della terra ndr)».

Il cardinale Matteo Maria Zuppi, oggi presidente della Conferenza episcopale italiana, nel 2019 ha scritto un libro, Odierai il prossimo tuo (Piemme edizioni), dove si legge: «Giovanni XXIII parlava dei “segni dei tempi”: eventi e situazioni che ci interrogano e ci chiedono di vivere la vocazione evangelica e compiere i “prodigi della prima generazione”. Senza la Storia, il Vangelo è come seme gettato fuori dalla terra buona che lo farebbe germogliare, e il Vangelo, incarnazione di Dio che si è fatto uomo, chiede proprio di incarnarci nella nostra vita e nel nostro oggi. Ci chiede di non perderci, ma di tenere in alto la luce che è stata accesa nel mondo anche per riconoscere i più piccoli fratelli di Gesù. L’immigrazione è uno di questi “segni dei tempi”. Sulla base di queste convinzioni, nacque a Roma un servizio della Comunità, la scuola di italiano per stranieri, rivolto anzitutto a molte donne: le prime collaboratrici domestiche e badanti (da Capoverde e dai paesi dell’est), insieme ai primi immigrati dall’Africa che comparivano nel nostro mondo. L’altra grande opportunità di fare qualcosa di concreto fu la mensa per i poveri, che permetteva e permette alla Comunità non solo di rispondere all’imperativo evangelico di dar da mangiare a chi non ha il pane, ma anche di offrire un porto dove i tanti naufraghi della vita possano trovare accoglienza e comprensione, sentirsi ospiti e cercare dispiegarsi, luogo di amicizia che è sempre una premessa fondamentale per poter ritrovare se stessi e aiutare davvero». Tutto questo non è nemmeno lontano parente dei discorsi della destra italiana legata a tutte le stragi italiane, da Piazza Fontana il 12 dicembre 1969 e a Bologna il 2 agosto 1980, dove è stato ucciso un nostro caro amico e concittadino, il ternano Sergio Secci. Per questi fatti documentati rimando alla lettura della Lettera aperta al professor Cacciari pubblicata su questo sito una settimana fa.

“Chi non conosce la sua storia è condannato a ripeterla” (George Santayana).

In copertina, foto da pxhere.com

Un commento su “Lettera ai cattolici

  1. Concordo in tutto Giorgia Meloni dice di essere Cristiana forse solo perché ha ricevuto il battesimo da piccola ma il suo modo di vivere il suo odio verso gli stranieri e il suo convivere senza essere sposata non è certo da buona Cristiana Spero proprio che non riesca a vincere le elezioni e per questo prego anche il Signore che illumini gli elettori

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