Un nodo
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Ieri abbiamo pubblicato un articolo in cui diamo conto di uno scenario paradossale ma verosimile. Cioè del fatto che il prossimo anno, alle Regionali, se il centrodestra non dovesse trovare la quadra sulle candidature che coinvolgono anche le amministrazioni di Terni e Perugia che vanno al rinnovo tra quest’anno e il 2024, ci si potrebbe trovare con Andrea Romizi, attuale sindaco di Perugia e coordinatore regionale di Forza Italia, sostenuto anche da una coalizione spuria con dentro un pezzo del centrosinistra, quello che per semplicità giornalistica si definisce moderato (come se gli altri fossero degli esagitati). Apriti cielo!

Abbiamo utilizzato gli aggettivi paradossale e verosimile, per questo scenario. Vediamo perché. Paradossale: è chiaro che un candidato di centrodestra sostenuto da un pezzo di coalizione che dovrebbe essergli avversa per statuto è un paradosso in sé. Ma di questi paradossi la politica ne offre diversi: basti pensare all’ultimo in ordine di tempo, quando alle elezioni regionali in Lombardia il Terzo polo che, piaccia o non piaccia è considerato un pezzo di centrosinistra, ha sostenuto la candidatura di Letizia Moratti. Ossia: i partiti creati da due ex esponenti del Pd – Calenda e Renzi, il secondo dei quali è stato anche segretario del Pd – hanno appoggiato l’ex vicepresidente e assessora alla Sanità della Giunta di centrodestra uscente. Si capisce come capriole del genere, unite al fatto che Romizi è un personaggio che si è sempre tenuto lontano da estremismi urlati, e a parte qualche inciampo di gente a lui vicina ha governato la città di Perugia in sostanziale continuità con chi l’aveva preceduto, rendono utilizzabile anche l’aggettivo verosimile per lo scenario che stiamo descrivendo: ci sono circoli e conciliaboli in cui si parla di questa prospettiva e non la si vede affatto male. Non c’è niente di ufficiale, e come potrebbe essere del resto? Una roba del genere ha bisogno di tempo per maturare, ammesso che se ne creino le condizioni. Ma c’è chi la coltiva, in attesa del patatrac eventuale del centrodestra dovuto agli eccessivi appetiti di Fratelli d’Italia.

Cronache umbre insomma non ha dato la notizia che Romizi sarà sostenuto nel 2024 dal centrosinistra, né da un solo pezzo di quella coalizione. La notizia che abbiamo dato è che c’è un pezzo di potentato di centrosinistra, anche dentro al Pd pre-Schlein, che non vedrebbe male l’appoggio a un Romizi depurato dalle ali estreme che lo appoggiano in Comune a Perugia, città peraltro, in cui c’è una spiccata tendenza di certi poteri a essere fluidi, diciamo. Non è un caso che abbiamo utilizzato un punto interrogativo alla fine del titolo. E abbiamo anche confidato che le persone andassero oltre al titolo, prima di commentare e mandarci reazioni. L’alternativa sarebbe stata fare subito questo spiegone, che però non andava bene come titolo. Così lo stiamo facendo oggi.

Siamo una testata che si tiene lontano da quella che definiamo politica-politicante. La nostra cifra è quella di tentare approfondimenti circostanziati e documentati per cercare di capire meglio alcune questioni di fondo e avere elementi per poter decidere con maggiore consapevolezza, come opinione pubblica. Dal tentativo di mettere in agenda la questione delle infrastrutture per internet veloce alle battaglie contro infrastrutture che consideriamo inutili e dannose, quella del Nodo di Perugia e quella di una nuova stazione per l’alta velocità; dallo smontaggio del piano dei rifiuti che prevede un nuovo inceneritore alla questione dell’acqua, per portare alcuni esempi. Abbiamo anche tentato di capire cosa sia successo all’Umbria senza fare sconti a chi ha tenuto le redini delle amministrazioni per decenni in questa regione. E l’abbiamo fatto sempre con rigore. Se abbiamo affrontato la questione Romizi, è perché essa ci pare indice di come in troppe vicende la logica del potere per il potere che ad essa è sottesa rischi di prendere il sopravvento, e perché consideriamo la politica fatta solo in funzione della presa del potere un male in sé, già portatrice di parecchi danni in questa terra.

Sta di fatto che l’articolo non solo ha avuto molte letture, ma ha suscitato diverse reazioni. Non succede così spesso quando affrontiamo questioni di fondo che non hanno a che vedere con personaggi politici, e questo è già piuttosto frustrante per noi, perché ci restituisce un’opinione pubblica attratta dalla politica-politicante. Perché benché non fosse quello l’oggetto del nostro articolo di ieri, così è stato interpretato. E – qui sta la questione che vorremmo affrontare – è stato interpretato da ognuno con la sua griglia personalissima, a prescindere dal senso di quello che c’era scritto. Tanto che ognuno ne ha data una sua, di interpretazione, spesso confliggente con le altre. Insomma: a prescindere.

C’è stato chi, da sinistra, e da fiero oppositore di Romizi, ha esorcizzato la cosa come se noi avessimo dato la notizia di Romizi candidato del centrosinistra, bollandola come una bufala, o assolutamente non verosimile.

C’è stato invece chi, evidentemente non così turbato dallo scenario descritto, ha commentato che la cosa non sarebbe poi così male.

C’è stato anche chi ha dato l’interpretazione più vicina a quello che voleva essere il senso del nostro articolo, Cioè la denuncia che così facendo la politica (in questo caso segnatamente il centrosinistra) perderebbe sempre più di credibilità.

Poi c’è la perla finale, costituita da chi, analizzando il nostro pedigree, vorrebbe che fossimo ridotti al silenzio. Qui siamo all’apoteosi. Perché si evita addirittura la fatica di entrare nel merito di quanto detto. E dopo aver analizzato il pedigree, si richiede anche di conoscere l’autore dell’articolo, che è stato firmato con uno pseudonimo; una richiesta paradossale in sé da parte di chi ha già analizzato il pedigree e stabilito che fosse sufficiente per toglierci la patente per scrivere.

Insomma: ben venga il pluralismo, ben venga la diversità. Però gli articoli vanno letti, fino in fondo. Capiti, e poi commentati e anche pesantemente criticati. Ecco.

PS: questo articolo non è firmato; per consuetudine gli articoli non firmati sono attribuibili alla direzione responsabile. Per sapere nome e cognome del direttore responsabile, occorre fare lo sforzo di scrollare una qualsiasi pagina di Cronache umbre fino in fondo.

PPS: PS non sta per Partito socialista, ma per Post Scriptum.

PPPS: nell’articolo sono contenute dosi di sarcasmo che potrebbero nuocere a chi non ha il senso dell’ironia.

In copertina, foto da pxhere

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