Manifestazione durante la pandemia
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Solidarietà e azione sociale. Voci di un movimento in crescita

 

È raro che in una manifestazione dal netto sapore politico riecheggino, insieme, istanze che vanno dal diritto di accesso alle provvidenze sociali all’agricoltura biologica, dall’alimentazione sana come difesa della salute all’autorganizzazione degli operatori sociali, dal costo eccessivo degli abbonamenti di trasporto pubblico ai pessimi collegamenti tra periferie e città universitaria. Una certificazione del disagio che va crescendo in tutti i settori anche per le scelte dei governi locali. È accaduto il 27 marzo scorso. La manifestazione ha animato la centralissima piazza Italia di Perugia dove alcune centinaia di persone (di ogni età) hanno dato un segnale non trascurabile della crescente insofferenza sociale che anche in Umbria sta spingendo un numero crescente di loro a riunire le proprie energie e le proprie idee per organizzare risposte collettive allo stato delle cose, dopo 13 mesi dall’esplosione della pandemia Covid – 19.

Marsciano Solidale, Perugia Solidale, Terni Solidale, Trasimeno Solidale le sponde di questa realtà magmatica che nelle pratiche territoriali sta dando vita a varie esperienze di “autodifesa civica” che si rifanno anche all’esperienza siciliana di Danilo Dolci, con gli “scioperi alla rovescia”: più volte gruppi di persone disoccupate hanno provveduto a ripulire aree trascurate soprattutto nei quartieri periferici perugini. E ancora: uno “sportello sociale” (di cui riportiamo l’intervento sotto) che offre assistenza nel rapporto con la burocrazia che aiuta a capire di che cosa ci si deve occupare quando si è in condizioni “di povertà”, quella misurata dall’Istat e che riferisce di 9 famiglie su 100 in gravi difficoltà.

A spiccare tra le esperienze, i gruppi d’acquisto solidali e popolari (Gasp) alimentari che – attraverso l’autotassazione degli acquirenti – riescono a garantire forniture alimentari gratuite ai nuclei in difficoltà economica, abitativa, lavorativa. Si vuole sfidare anche il luogo comune che il cibo sano e buono non sia alla portata di chi è in condizione di povertà: cassette di frutta, verdura e altri generi sono in buona parte biologici e forniti da produttori di area regionale.

Dalla successione di interventi ascoltati in piazza Italia è emersa una mappa vasta e variegata di realtà che stano provando a fare rete: studenti e studentesse universitarie di Link, da Gubbio una rappresentanza di “no al Css”, da Terni il csa Germinal Cimarelli, la Casa Rossa di Spoleto, agricoltori biologici, centro sociale Rude Grifo, Operatori sociali autogestiti (Osa). A manifestare anche le famiglie sostenute dai Gasp: si sono ritrovate l’ultimo sabato di marzo a contestare le politiche regionali della giunta Tesei, accusata di totale insensibilità per le istanze dei settori più in difficoltà.

Al riguardo ci sono sembrati particolarmente interessanti perché ricchi di riferimenti concreti gli interventi dello “Sportello sociale” e della rete universitaria “Link”.

Li riportiamo integralmente qui.

Aprile 2020: bando buoni spesa del comune di Perugia; giugno 2020: bando bonus affitti della Regione; giugno 2020: bando baby sitter e bando centro estivo; settembre 2020: bonus libri di testo del comune di Perugia; novembre 2020: bando “noinsieme” Perugia – bando “Family Tech” Perugia, entrambi finanziati dall’Unione europea; gennaio 2021: bonus sostegno istruzione della Regione Umbria (borse di studio per nidi e scuole d’infanzia, scuola primaria, scuola secondaria di primo livello e secondaria di secondo livello); febbraio 2021: bando borse di studio per la scuola secondaria del comune di Perugia.

Questo è l’elenco dei sussidi che si sono susseguiti nell’ultimo anno. Sussidi facenti parte del piano in contrasto alla povertà. Sarebbe bello pensare ad una loro veritiera efficacia ma purtroppo non è così. Come sportello sociale abbiamo aiutato le famiglie nella loro compilazione, abbiamo cercato di capire i requisiti, i criteri di ammissione (o per lo più di esclusione) quasi sempre resi noti successivamente alla pubblicazione delle graduatorie; e siamo scesi in piazza più volte insieme a loro e insieme a tutti voi per denunciare l’inadeguatezza di questi bandi.

Un anno fa è nata l’esigenza di creare uno sportello sociale in seguito al bando per i buoni spesa. Quest’ultimo è stato disponibile on-line per una sola settimana, senza un vademecum comprensibile per poter effettuare la richiesta correttamente. Per questi motivi migliaia di famiglie non sono riuscite a richiederli e sono rimaste escluse. Da quel momento centinaia di persone si sono rivolte a noi per ricevere quelli che sono stati chiamati “beni di prima necessità”.

Il più eclatante fallimento ha preso forma con il bando per il bonus affitti del giugno scorso. Tra i requisiti per poterlo richiedere si doveva essere residente o lavoratore in Umbria da almeno cinque anni, nonostante la Corte costituzionale avesse già dichiarato illegittima una simile previsione in riferimento ad una legge lombarda sull’accesso ai servizi relativi al diritto all’abitare. Nonostante la nostra pronta segnalazione, l’appello di giuristi e associazioni per la tutela dei diritti dei migranti e dei cittadini e non ultimo un presidio davanti a Palazzo Cesaroni il 27 luglio 2020, la previsione è stata mantenuta. Si segnala che attualmente il provvedimento regionale che stabilisce il requisito discriminatorio è stato impugnato da una richiedente rimasta esclusa. Inoltre era necessario avere un contratto d’affitto stipulato prima del 2020, quindi chi ne aveva sottoscritto uno ad inizio anno (pre-pandemia) non ha potuto richiederlo; e non doveva essere già stato fatta la dichiarazione dei redditi.

Questo però è stato soltanto l’inizio, La graduatoria provvisoria è stata pubblicata a novembre 2020 e ha visto escluse 837 persone su 1.200 richieste, il tutto ad una settimana di scadenza dei termini per fare la dichiarazione dei redditi, quindi moltissime persone non vedendo la pubblicazione della graduatoria del bonus affitti si è recata al caaf a richiedere il modello 730 escludendosi così automaticamente da questo sussidio. La graduatoria definitiva è stata pubblicata a gennaio 2021. Siamo a fine marzo ed esattamente dopo nove mesi, questa settimana sono stati liquidati i soldi del bonus ai richiedenti che hanno avuto il lusso di accedervi. Lusso è un parolone, perché nel frattempo i debiti con i proprietari sono aumentati e con essi anche le minacce di sfratto. Quei soldi possono bastare a coprire 4 o 5 mesi di arretrati e le famiglie si trovano ancora in uno stato di bisogno e tra poco anche senza casa, che ormai è diventata un privilegio, non più un diritto.

A novembre 2020 la Regione ha pubblicato due bandi importantissimi entrambi finanziati dall’Unione europea: il bando “noinsieme” che prevedeva 400 euro per sei mesi per la spesa, accessibile però solo a chi in quel momento poteva dichiarare che nessun membro della famiglia percepisse alcun tipo di reddito; quindi se per sbaglio stavi lavorando anche solo due ore a settimana non ne avevi diritto; il bando “Family Tech” era per il sostegno all’istruzione, più nello specifico permetteva un rimborso se si erano già acquistate apparecchiature per la Didattica a distanza oppure un buono da 600 euro spendibile in negozi convenzionati per acquistarne di nuove. Tutto bello sulla carta, peccato non si conoscessero i criteri di ammissione. Tantissime famiglie sono rimaste escluse e ancora oggi non si conoscono con chiarezza i criteri di punteggio. In questi giorni si sta effettuando un ripescaggio ma non si sa su quale base.

A gennaio 2021 abbiamo denunciato le tempistiche ridotte per poter richiedere le borse di studio: si pretendeva che entro un mese le persone avessero già tutti gli Isee pronti, in Umbria, regione rossa e con i caaf intasati. Sono stati prolungati i termini posticipando la scadenza di tre settimane, ma ancora non si conosce l’esito.

Non voglio dilungarmi troppo perché la lista sarebbe infinita, ma ci teniamo a rendere noti a tutte e a tutti le problematiche emerse da questa gestione scellerata e incompetente che sta lasciando indietro centinaia di famiglie togliendo loro ogni diritto e dignità.

A proposito di dignità: stiamo portando avanti un’inchiesta a Ponte San Giovanni riguardante le palazzine Ater facenti parte del complesso dei Loggi. Qui vivono persone in condizioni insalubri, senza elettricità condominiale, con acqua calda un giorno sì e uno no a fronte di spese condominiali altissime e che costantemente vengono prese per il culo dai gestori dei condomini e da Ater stessa. Ricordando inoltre che metà delle case sono sfitte e che moltissime persone non riescono ad accedere alla fallimentare edilizia popolare per assenza di bandi e per mala gestione. Chiunque voglia può segnalarci situazioni analoghe se fossero presenti in altri complessi Ater presenti in città.

Non servono bonus, parole, promesse, sussidi. Servono i fatti. Servono case, serve lavoro.

Serve che ci amministra si assuma le proprie responsabilità e che inizi a muovere il culo, non solo la lingua. Che lo faccia dall’ospedale, alla scuola, ai trasporti, alla casa e al lavoro.

Noi continueremo a scendere in piazza perché nessuno deve restare solo e perché questa non resti una battaglia di pochi ma che diventi una lotta di tutti!

Ileana Forneris (Sportello sociale di Perugia solidale)

Gli studenti di Link alla manifestazione del 27/3/2021 a PerugiaSiamo Link, studenti indipendenti Perugia, siamo studentesse e studenti dell’Umbria. Oggi siamo in piazza per portare la voce del mondo universitario. Siamo qua per dire che la nostra regione ha bisogno di cambiare. Ha bisogno di un modello alternativo di produzione e servizio pubblico, rivolto alla tutela dell’ambiente, all’emancipazione dei giovani, dei precari e dei disoccupati dall’instabilità economica ed esistenziale che viviamo tutti i giorni, nei nostri quartieri, nelle nostre città e nei luoghi di formazione. Situazione che è diventata ancora più pesante dall’inizio della pandemia. Mobilità sociale, libertà di scelta, realizzazione personale sono solo parole vuote se lo Stato non fornisce i servizi che rendano possibile il raggiungimento di questi obiettivi.

Abbiamo gli abbonamenti più cari d’Italia a confronto di un servizio di mobilità pubblica discontinuo, che penalizza le aree interne e le frazioni in cui risiede quasi metà della popolazione regionale; mobilità che dallo scoppio della pandemia ha mostrato tutte queste contraddizioni divenendo luogo di contagio durante i pochi tentativi a singhiozzo di riapertura di scuole ed università. La mobilità sociale vuole che ci sia mobilità fisica per le persone, possibilità di spostarsi nel territorio. Questo deve essere un diritto, non un privilegio, perché indispensabile per il raggiungimento dei luoghi della formazione e di lavoro per i giovani pendolari. Gli studenti e le studentesse pendolari infatti già ogni giorno si facevano ore di treno o autobus non potendosi permettere appartamenti di tasca propria o essendo idonei per usufruire di un alloggio pubblico ma non beneficiari per mancanza di spazi nelle strutture. Se ripensare questo aspetto era già fondamentale in generale ora è vitale per costruire un rientro in sicurezza, assieme ad un’azione di tampone e tracciamento di massa della popolazione che chiediamo con gran forza.

Siamo stati rinchiusi dietro uno schermo, spesso anche per fare attività pratiche di laboratorio. I tassi di suicidio e autolesionismo giovanile sono aumentati del 20 per cento. La disoccupazione giovanile ha raggiunto il picco degli ultimi anni; circa 100 mila posti di lavoro sono stati persi dalle e dai giovani e quasi il 90 per cento di questi sono stati persi da donne.

Vogliamo ricordare alla Tesei e al suo partito che fa accordi con gli industriali, i cavatori e i cementieri di questa regione che è per salvaguardare i loro interessi se in parlamento la Lega si è opposta a qualsiasi forma di sostegno alle classi popolari e a chi è stato dimenticato in questa pandemia. Possibilità di investimento, di una tassazione dei grandi patrimoni, di riprendere il controllo pubblico del settore sanitario, sono state trattate peggio del covid. Possibilità che avrebbero consentito di sanare i problemi che da anni affliggono il Paese e che avrebbero consentito una risoluzione della crisi sanitaria. Ci state facendo da un anno subire il ricatto tra il diritto alla salute e il diritto alla vita. Prelevando l’1,3 per cento del patrimonio delle 40 persone più ricche d’Italia avremmo potuto assumere 50 mila infermieri, prelevando il 2,9 per cento avremmo potuto secondo le stime avere un tampone di tutta la popolazione. I soldi ci sono, smettete di dire il contrario, perché è una bugia, una presa in giro ai danni del popolo. La situazione in cui versa il Paese è stata una vostra scelta.

Viviamo l’emergenza psicologica, formativa ed economica più grave degli ultimi decenni. Non abbiamo più intenzione di rimanere passivi. Non ci arrenderemo e non cederemo di fronte a questo attacco ai diritti di tutti. La normalità era a portata di mano, o meglio il ritorno ad una migliore normalità più giusta e più equa era a portata di mano, ma si è scelto di non afferrarla per motivi politici ed economici ben precisi, per tutelare gli interessi di chi comanda questo paese, non di chi lo manda avanti. Non per il bene degli operai, dei lavoratori della cultura, dell’educazione, della sanità, della logistica, della mobilità, delle studentesse e degli studenti che sono coloro che veramente con il loro lavoro produttivo e di cura, la solidarietà e il sostegno hanno mandato avanti il Paese durante la pandemia. Siamo stati noi. Ed è da noi che deve partire il cambiamento, non siamo qui a chiedere elemosina ma a rivendicare ciò che è nostro di diritto. E potete stare certi che non ci daremo per vinti facilmente, né ora né mai.

Invitiamo come Link studenti indipendenti tutto il mondo studentesco universitario ad unirsi, a partecipare e a organizzarsi per creare questa alternativa. Senza l’impegno e il lavoro siamo solo parole. Ma ora più che mai dobbiamo essere azione. Questa piazza non è che l’ inizio.

Al lavoro, allo studio e alla lotta!

Nicola Cardinali (Link – studenti indipendenti)

In copertina, un momento della manifestazione (foto di Veronica Perrone)

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