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Dalla rete
The Vision

La pandemia ha generato un trauma collettivo

 

Ansia, stress, isolamento, solitudine, burnout, sopraffazione, senso di vuoto o di stasi, depressione, incertezza: alzi la mano chi in questi mesi non ha provato almeno una volta una di queste sensazioni sulla sua pelle. Parlando con gli amici e i conoscenti, per lo più al telefono, le ho sentite pronunciare molto spesso in relazione al loro stato d’animo attuale, e anche io stessa ho attraversato momenti che potevano ben essere descritti da esse, anche se per fortuna in maniera passeggera. Eppure, mentre ci avviamo verso il terzo anno di pandemia e la cosiddetta “sindrome della caverna” sembra tutt’altro che passata, mi chiedo per quanto ancora queste sensazioni non diventeranno croniche e soprattutto quali possono essere gli strumenti da esercitare per riuscire a far loro fronte e aiutare possibilmente al tempo stesso anche chi ci sta accanto e vive allo stesso modo.

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