Già in altri articoli abbiamo evidenziato il degrado economico in cui l’Umbria con la giunta Tesei è precipitata, ricordiamo solo i dati sull’economia con l’intervista al professor Giuseppe Croce: «La caduta della produttività schiaccia verso il basso i salari ed è questo che spinge i giovani a lasciare la regione. Per paradosso, allo stesso tempo le imprese lamentano una mancanza di personale qualificato. Ma questa contraddizione si spiega proprio con i bassi livelli delle retribuzioni e le minori prospettive di crescita professionale offerte dalle imprese umbre. Bassa produttività e basse retribuzioni sono un sintomo evidente di fragilità delle imprese, ma le cause di questa fragilità non sono solo dentro le imprese, si estendono all’intero modello umbro, ai suoi territori, alle sue città principali, agli interessi organizzati e ad un sistema politico regionale che da tempo continua a girare a vuoto».
Questo solo per citare alcuni dati ma quello su cui vorremmo soffermarci oggi è quello sulla sanità. Il Sole 24ore, nell’aprile 2013 pubblicava la classifica delle Aziende ospedaliere italiane, e quella di Terni, come riportava il sito “Terni oggi”, figurava all’ottavo posto. Oggi invece, secondo la classifica del settimanale statunitense Newsweek, l’ospedale di Terni è negli ultimi posti della classifica in quanto a qualità dei servizi (precisamente in posizione 108 su 131 strutture). Alla luce della lettura della classifica si possono dedurre: carenza di personale, nell’organizzazione degli interventi chirurgici, lentezza delle liste di attesa, difficoltà di gestione delle cure domiciliari, sostanziale inadeguatezza delle strutture.
Tutto questo non è un caso ma la conseguenza del processo verso la sanità privata, che del resto è un cavallo di battaglia dell’attuale sindaco della città, alleato del centrodestra alle prossime regionali.